Convegno - Esportare opere, plasmare uno stile: La circolazione di beni culturali dall’Italia verso l’estero (secoli XVIII-presente)

Bruno Munari, Negativo positivo, 1951, litografia

Convegno internazionale di studi

Esportare opere, plasmare uno stile

La circolazione di beni culturali dall’Italia verso l’estero (secoli XVIII-presente)

Roma, Ministero della Cultura, Sala Giovanni Spadolini, 23-24 ottobre 2023



L’Italia vanta un rapporto di lunga durata con le esportazioni di opere d’arte e di cultura – da reperti di scavo, sculture, quadri e oggetti d’arte applicata a manoscritti e codici miniati – e con il tentativo connesso di impedirle o almeno di controllarle.

Il tema si radica nella storia. La storia narra di un flusso di opere dirette oltre i confini della Penisola, legato a una domanda che già durante il Medioevo assunse robustezza e dimensioni significative. Dal quindicesimo secolo si sviluppò anche il rovescio della medaglia: la volontà politica di mantenere integro il patrimonio culturale, emersa da principio a Roma, assunse gradualmente in varie capitali della Penisola le forme di una normativa di tutela. Lo stesso discorso trova riscontro anche nell’oggi. L’oggi vede l’Italia al settimo posto in Europa nell’esportazione di beni culturali, in larga misura opere d’arte o d’arte applicata, con un volume di affari di circa un miliardo e settecento milioni. Una situazione, un mercato che ogni giorno si misurano con una normativa di tutela elaborata in forma compiuta nel 1939 e poi mutata in continuazione, fino alla recente riforma del 2022.

Un momento chiave nella vicenda secolare delle esportazioni di opere d’arte e di cultura dall’Italia verso l’estero cade fra il 1880 e il 1904. In quel periodo la Nazione si trovò a soddisfare una domanda consistente di oggetti, che proveniva sia dall’Europa, sia dal resto del mondo, in testa gli Stati Uniti. In linea con una politica improntata al laissez faire, abbandonarono il paese alcune centinaia di migliaia di oggetti, che andarono ad arricchire musei, collezioni e biblioteche lontani e a volte lontanissimi. Questi e altri elementi, concatenati e interconnessi, spiegano tra l’altro la fioritura di una nuova generazione di operatori di mercato dell’arte. Interpreti della tradizione italiana ma anche aggiornati sui più recenti strumenti di marketing e di promozione, costoro si sovrapposero alle precedenti realtà locali, talora sostituendole, fino a diventare un’ulteriore versante di quel più ampio fenomeno noto come il ‘Recupero del Rinascimento’.

L’attività di alcuni centri italiani è ormai abbastanza chiara. Il discorso vale per Roma. Nel 2015 l’Archivio Centrale dello Stato e l’Università degli Studi di Teramo hanno siglato un progetto sulle esportazioni di opere d’arte dalla capitale d’Italia verso il resto del mondo. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Spezzaferro e intitolato “Esportare opere, plasmare uno stile. Roma 1880-1904”, ha portato alla schedatura di oltre 38.000 licenze di esportazione. Il nome e la data del convegno partono da questa schedatura e dalla pubblicazione online della relativa banca dati.

D’altro canto, un congruo numero di realtà italiane rimane in attesa di un’adeguata ricognizione scientifica. Quel che forse più conta: manca ancora un tessuto di ricerca, in grado di rendere conto del fenomeno sul piano nazionale e internazionale, come pure di restituirlo in termini comunicativi moderni. Solo in questo modo sarà possibile ritrovare quella sorta di anello mancante nella lunga tradizione italiana, capace di tenere unita la Penisola artigiana di ieri al Made in Italy di oggi. Il convegno riserva inoltre ampio margine di riflessione sull’attualità e il futuro delle esportazioni di opere d’arte e della connessa normativa di tutela, entro un contesto legislativo che metta naturalmente al centro l’Italia, ma come parte integrante dell’Europa e attiva in un contesto globalizzato.

Frutto di un accordo tra l’Archivio Centrale dello Stato, l'Associazione Antiquari d'Italia e l’Università degli Studi di Teramo - Dipartimento di Scienze della Comunicazione, il convegno vanta il sostegno della Fondazione “Luigi Spezzaferro” ONLUS. I lavori si svolgono il 23 e il 24 ottobre 2023 a Roma, nella Sala Giovanni Spadolini del Ministero della Cultura. Gli atti saranno raccolti e pubblicati in un numero monografico della rivista “Predella. Journal of Visual Studies”, classe A nel settore della storia dell’arte.


Comitato scientifico e organizzativo

Prof. Paolo Coen, Università degli Studi di Teramo

Prof. Andrea De Pasquale, Archivio Centrale dello Stato

Dott.ssa Alessandra Di Castro, Roma


Segreteria organizzativa

Dott. Pier Ludovico Puddu, Università degli Studi di Teramo


Lingue ufficiali

Italiano, inglese, francese


Indirizzo telematico

esportareopereplasmareunostile@gmail.com


Indirizzo postale

Convegno internazionale di studi “Esportare opere, plasmare uno stile”, c/o prof. Paolo Coen, Università degli Studi di Teramo, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Via R. Balzarini, 64100, Teramo, TE


Blog ufficiale

esportareopere.blogspot.com


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